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IL SOTAI E LE TECNICHE OCCIDENTALI

Aggiornamento: 19 ott 2020



Il Sotai, ed in particolar modo il Sotai Intuitivo, è una tecnica corporea che risulta molto vicina ad altre tecniche di matrice occidentale per principi, presupposti, funzionamento ed efficacia. Non è dato sapere con precisione “chi abbia preso da chi” nel corso della storia: verosimilmente si può affermare che oriente ed occidente si siano influenzati a vicenda nello sviluppo di tutte le tecniche corporee (dal Qi Gong all’osteopatia) e di conseguenza non è facile stabilire quale sia la loro vera origine, tuttavia è evidente che esse abbiano delle radici comuni e sfruttino praticamente gli stessi meccanismi per giungere ad un medesimo risultato: il benessere del paziente.

Tra le tecniche più vicine al Sotai Intuitivo possiamo trovare le TEM (tecniche energetiche muscolari), ovvero una forma di terapia manuale che utilizza l’energia stessa del muscolo sotto forma di una leggera contrazione isometrica allo scopo di rilassarlo e allungarlo attraverso meccanismi di inibizione autogenica oppure reciproca. Alla base di questi meccanismi ci sono due propriocettori: gli organi tendinei del Golgi (situati nelle giunzioni mio tendinee) e i fusi neuromuscolari (posizionati invece nel ventre dei muscoli).

  • Per inibizione autogenica s’intende il meccanismo attraverso il quale gli organi tendinei del Golgi rispondono ad una contrazione isometrica di un muscolo inibendo quella stessa contrazione (per evitare lesioni da sovraccarico) e inducendo la contrazione del muscolo antagonista. Una volta che la contrazione dell’agonista viene inibita e che l’antagonista è indotto a contrarsi, il muscolo agonista può guadagnare ulteriore allungamento durante lo stretching. Questo fenomeno è anche detto riflesso inverso di stiramento.

  • Per inibizione reciproca invece s’intende il processo durante il quale il fuso neuromuscolare, che si allunga insieme al muscolo, reagisce a tale allungamento generando una contrazione del muscolo agonista ed una inibizione del muscolo antagonista, allo scopo di evitare lesioni da eccessivo allungamento. Questo fenomeno è anche detto riflesso di stiramento.

Le TEM che sfruttano il meccanismo dell’inibizione autogenica si distinguono in due tipologie: rilassamento post-isometrico (post-isometric relaxation, PIR) e stretching post-facilitazione (post-facilitation stretching, PFS).

  • La PIR è una tecnica che genera un calo del tono muscolare su un singolo muscolo o su un gruppo di essi, successiva ad una breve contrazione isometrica sub-massimale. Essa viene svolta seguendo alcuni passaggi:

  1. il muscolo in ipertono viene portato in allungamento fino a barriera (ossia poco prima dell’insorgenza del dolore o fino a quando non si nota una resistenza al movimento)

  2. viene chiesto al paziente di inspirare e di effettuare una contrazione isometrica (circa al 20% della forza massima) mentre l’operatore oppone una resistenza statica al movimento

  3. dopo circa 5-10 secondi, il paziente deve espirare e rilassarsi completamente, mentre l’operatore porta delicatamente in allungamento il muscolo in ipertono guadagnando range di movimento e raggiungendo una nuova barriera

  4. raggiunta la nuova barriera, si ripete la tecnica per due o tre volte o fino a che non si è soddisfatti del guadagno in allungamento

  • La PFS è sempre basata sul meccanismo di inibizione autogenica ma è una tecnica un po’ più aggressiva rispetto alla PIR. Si compone delle seguenti fasi:

  1. il muscolo in ipertono viene portato in uno stato a metà trà il massimo allungamento ed il massimo rilassamento

  2. il paziente deve contrarre il muscolo al massimo della sua forza per 5-10 secondi mentre l’operatore oppone una resistenza statica

  3. a questo punto, il paziente deve cessare la contrazione mentre l’operatore applica un repentino allungamento del muscolo fino a nuova barriera e lo mantiene per dieci secondi

  4. il paziente deve ora rilassarsi completamente per almeno 20 secondi

  5. la tecnica ora può essere nuovamente effettuata per 3-5 volte, ma invece di partire dalla nuova barriera, la posizione di partenza del muscolo deve essere sempre una via di mezzo tra massimo allungamento e massimo rilassamento

  • la TEM che invece sfrutta il meccanismo di inibizione reciproca prevede le seguenti fasi:

  1. il muscolo in ipertono viene messo in una posizione tale per cui non sia né troppo allungato né troppo accorciato

  2. il paziente effettua una contrazione con i muscoli antagonisti rispetto a quello in ipertono mentre l’operatore offre una resistenza statica (contrazione isometrica) o accompagna lentamente il movimento (contrazione isotonica)

  3. a questo punto il paziente si rilassa ed espira, mentre l’operatore porta in allungamento il muscolo fino a nuova barriera

Le TEM sono tecniche prive di rischi e possono essere applicate ad ogni articolazione ed ogni muscolo del corpo. Inoltre giocano un ruolo importante in qualsiasi situazione in cui lo scopo sia quello di allungare un muscolo, ridurne il tono e guadagnare range di movimento articolare, e nell’ambito sportivo possono essere utilizzate a scopo preventivo per ridurre il rischio d’insorgenza di infortuni, poiché favoriscono una miglior flessibilità muscolo tendinea.

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