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Il Punto ST41

Aggiornamento: 28 ott 2020


ST41 (“Kaikei” in giapponse, “Jiexi” o “Xiedai” in cinese e può essere tradotto come “ruscello che si allarga” o come “stringa, laccio”) indica il punto che si trova al centro della superficie frontale dell’articolazione tibio-tarsica, tra i tendini dell’estensore lungo delle dita e dell’estensore lungo dell’alluce.

Il punto ST41 corrisponde al punto Fiume dei Cinque Punti Shu ed è anche il punto Fuoco del Canale di Stomaco, che può quindi essere utilizzato come punto per testare lo stato energetico del Canale (nel caso in cui fosse doloroso alla pressione potrebbe indicare uno squilibrio della linea di Stomaco).

In agopuntura, le indicazioni cliniche per l’utilizzo del punto ST41 sono:

· Disfunzioni lungo il percorso del Canale: flaccidità nelle estremità inferiori con dolore, gonfiore e sensazione di pesantezza, piedi freddi con calore alla testa;

· Cefalee con viso e occhi arrossati, irrequietezza, tendenza a piangere facilmente, gonfiore al viso, dolore oculare, vertigini;

· Disfunzioni digestive come tensione addominale o costipazione;

· Epilessia, convulsioni, palpitazioni;

· Altri disturbi: malaria, spasmi, malattie febbrili con difficoltà a sudare.

ST41 (come tutti gli altri punti di agopuntura) può essere trattato altrettanto efficacemente attraverso le terapie manuali: ad esempio, le sequenze Shiatsu dello stile Namikoshi e dello stile Aze lavorano la zona con grande attenzione influenzando sia la flessibilità della muscolatura della gamba si la mobilità dell’articolazione tibio-tarsica, andando perciò ad agire sull’appoggio del piede al suolo.

La caviglia può anche essere trattata attraverso tecniche di Sotai volte a contrastare le tensioni corporee e recuperare mobilità e funzionalità articolari, poiché il trattamento di zone distali del corpo (in questo caso le gambe e i piedi) è uno stratagemma molto efficace per contribuire alla risoluzione di problematiche che apparentemente non sembrano avere connessioni con esse (ad esempio dolori cervicali). La bellezza del Sotai risiede inoltre nel poter consigliare l’esercizio svolto durante la seduta al paziente, in modo tale che possa proseguire il lavoro a casa in maniera autonoma e dare continuità al trattamento. A cura di Luna Lazzaro

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